Tuesday, December 19, 2006
PAO E MARMELADA


Una buona notizia per chi non sopporta il calcio: dalla prossima settimana potete trasferirvi in Brasile. Qui il campionato di serie A e’ appena terminato (siamo in piena estate) e fino ad Aprile vi risparmiate le moviole, i dribbling e i cori da stadio. Chiaro, e’ pur vero che i Brasiliani per il “futebol” hanno una passione che non ha uguali se non per la Samba e il Carnevale, ma e’ anche vero che il Brasile ai mondiali ha fallito, per cui non se ne parla volentieri. Evitate se mai la zona di San Paolo, visto che il São Paulo Futebol Clube e’ il recente trionfatore del campionato.
Per chi invece il calcio e’ un piacere e una passione, una visita istruttiva in qualsiasi stadio del Brasile e’ pressoche’ obbligatoria. Il calcio brasiliano da sempre rappresenta la massima espressione dell'allegria e del puro divertimento, basato com’e’ sul senso del palleggio, della tecnica, della disinvoltura nei movimenti (si parla qui di “calcio bailando”, paragonando il gesto tecnico a una sorta di danza).
Chi scrive ha voluto compiere una sorta di esperimento sociologico.
Sabato 25 novembre. Allo stadio Ilha do Retiro di Recife si gioca Sport (Recife) contro Portuguesa (San Paolo). E` un incontro di serie B tra una squadra che ha appena conquistato la promozione (lo Sport) e una che sta lottando per salvarsi. In Italia finirebbe a pane e marmellata, con una provvidenziale vittoria negli ultimi dieci minuti dei disperati retrocedendi, qualche banconota in piu’ sul conto in banca della neopromossa e le tifoserie a festeggiare nell`estate incombente.
E in Brasile, come finira’?
Trentacinquemila persone hanno gia’ invaso gli spalti. Almeno 9 persone su 10 indossano la casacca dello Sport (chi non lo fa, e’ perche’ e’ a torso nudo). La tifoseria rivale, che si gioca la stagione e la permanenza in serie B, conta 5 (dicasi cinque) eroici supporters che quasi spariscono nel vuoto cosmico della curva. Dall’altra parte la curva dei padroni di casa, in visibilio per l’ormai certa promozione in serie A, che fanno ondeggiare paurosamente le strutture dello stadio sotto i colpi della “torcida”, un bagno di folla monocolore che balla e salta forsennatamente malgrado i 30 gradi di temperatura e il sole allo zenit. A tutti quelli che entrano viene distribuito un foglietto con l’inno dello Sport “Coracao rubro-negro em meu peito”, con un invito a cantarlo che suona come un ordine.
Entrano le squadre: dapprima gli ospiti, sommersi da una salva di fischi, e poi gli eroi della promozione. Parte l’inno, il coro e’ assordante. Ovazione per il numero 7, Fumagalli detto “Fuma”, il talento dello Sport Recife, un piccoletto che ritroveremo senz’altro in Europa nei prossimi anni.
Fischio d’inizio. E’ lo stesso sport che abbiamo in Italia? Qui tutti tentano il dribbling, sembra quasi una regola: non puoi passare la palla se prima non hai dribblato qualcuno. Conto almeno una ventina di colpi di tacco, rovesciate, “pasos dobles” ed altre acrobazie che non hanno neanche un nome. C’e’ anche il pezzo forte tutto sudamericano del portiere che va a battere il calcio di punizione dall`area avversaria: sembra piu’ folklore che altro, intanto pero’ il Chilavert giallooro becca una traversa piena con tanto di palla che rimbalza sulla linea.
Gli spalti sono bollenti. Il rumorosissimo (ed esigente) pubblico dello Sport pretende la vittoria nonostante l’avvenuta promozione. Detto, fatto: il Fuma segna e manda in visibilio lo stadio. Lo Sport sta vincendo e quello che probabilmente e’ l’unico spettatore europeo del match non si riesce a capacitare: possibile che esista un campionato dove non si facciano le pastette di fine stagione?
Il match riprende. L`arbitro, fin qui impeccabile, inizia a fischiare per il Portuguesa, dispensando generose punizioni di cui indica il punto di battuta rigando il terreno con uno spray. Il Portuguesa ci crede e si butta in avanti, lo Sport smette di giocare. Arriva dapprima il pareggio, su rigore contestato, e poi il gol vittoria, celebrato con la scena surreale dei venti giocatori che vanno a festeggiare sotto la curva dei cinque e lanciando loro le magliette (una media di 4 magliette per tifoso).
Dall`altra parte, la curva dello Sport protesta urlando slogan di scherno tra cui riesco a capire il facilmente interpretabile “Pão e Marmelada”. In molti si girano la maglietta al contrario in segno di disapprovazione. Quelli che solo novanta minuti prima erano gli eroi sono gia’ sotto processo, e chissa’ i Mughini brasiliani quanti commenti gia’ si saranno annotati, e chissa’ i Pistocchi carioca quante moviole avranno da mostrare.
Lo spettatore italiano se ne esce dallo stadio con una certezza: questi Brasiliani il calcio europeo l`hanno capito bene. E non solo i moduli difensivi.
 
posted by staff at 2:49 PM | Permalink |


0 Comments: