Saturday, December 23, 2006
VACANZE IN FAVELA

Ci sono stereotipi duri a morire sui Brasiliani. Ad esempio, i Brasiliani ballano bene la samba perche’ hanno il ritmo nel sangue. I Brasiliani giocano bene a calcio ma non sono capaci di applicarsi alla zona difensiva. O ancora, i Brasiliani che vivono in una favela non fanno le vacanze natalizie.
Ecco, per quello che si vede qui, i primi due stereotipi sono veri. Il terzo no.
I bambini delle favelas (e anche i loro genitori, se e’ per questo) le vacanze le fanno ogni anno, proprio in corrispondenza del Santo Natale, quando i voli sono overbooked e i prezzi piu’ cari. Certo, il budget e’ quello che e’, ma bisogna sapersi accontentare, come dicono gli operatori turistici ai clienti insoddisfatti.
I bambini delle favelas fanno le loro vacanze accampati vicino ai semafori delle zone bene della citta’. In questo modo di giorno loro e i loro familiari possono lavare i tergicristalli delle macchine dei benestanti e della classe media, mentre di notte possono dedicarsi a quella professione che a Natale rende particolarmente bene: l’elemosina (l’elemosina si pratica solo di sera perche’, sembra, di mattina la gente e’ meno propensa a sganciare).
Le famiglie accampate sulle sponde di un canale, sui marciapiedi, nelle derelitte aiuole ai lati delle strade in questo periodo “sfoggiano” almeno due o tre bambini, perche’ sono i bambini quelli che fanno piu’ leva sui cuori e sui portafogli. Del resto, la vita ai bordi di una strada non e’ molto diversa da quella nella favela: si vive di niente, accontentandosi di un sacco della spazzatura come tenda per la notte (piu’ per mantenere la “privacy” che perche’ ci sia bisogno di un vero e proprio rifugio: in questa stagione ci sono 28 gradi anche di notte e non piove mai). Chi e’ fortunato ha una sorta di rudimentale, lurido materassino, se no poco male: si rimedia con il cartone o si dorme direttamente per terra. Le famiglie piu’ “facoltose” si possono permettere un carrello della spesa in cui ammassano i pochi panni e le poche scorte alimentari a disposizione, in borse di plastica variopinte.
A ben vedere, non e’ che si possa parlare di vacanza. Anzi, questo e’ il periodo lavorativamente piu’ pieno per un professionista dell’elemosina: quello che, se tutto va bene, puo’ generare introiti sufficienti per campare per i prossimi mesi, quelli che si passano “a casa”. Basta solo non intimorire i guidatori, ormai esasperati dalle rapine ai semafori e poco inclini a farsi abbordare da chicchesia. Anche per questo si mandano avanti i bambini.
In questo scenario il consiglio che le ONG danno ai cittadini e’ quello di effettuare le donazioni solo ed esclusivamente alle ONG. Mentre la guardia pubblica e’ mobilitata per sgombrare le zone piu’ gettonate dai bambini mendicanti, per ottenere sui marciapiedi nuovi spazi che il giorno dopo saranno occupati da nuovi bambini mendicanti.
 
posted by staff at 9:10 AM | Permalink |


3 Comments:


  • At 5:39 AM, Anonymous Anonymous

    tutto molto toccante mich,
    ma a noi ci frega delle telenovelas, non delle telefavelas.
    a quando il reportage?

     
  • At 5:43 AM, Anonymous Anonymous

    Mich lascialo stare che quelli di noceto non capiscono niente (DOH!)

     
  • At 9:50 AM, Blogger staff

    Eeeh, lo so bene quello che interessa al nocetano medio... Prometto uno special sulla prostituzione in stile Lucignolo nelle prossime 2 settimane. Il tempo di documentarmi, diamine.
    (scherzo, mamma!)